Ricordo che da piccola adoravo stare in cucina da mia nonna a osservare mentre preparava le patate al forno o la pasta al burro. Una volta mi ha fatto piantare un fagiolino dal "seme" ogni secondo per controllare se fosse uscito il germoglio.
Crescendo invece ho cominciato a fare tante buone cose, sempre ad istinto, senza seguire ricette. E venivano sempre bene.

E vorrei che questa strada venisse percorsa da tutti i bambini, che anche le scuole mettessero questa “educazione alimentare” a fianco e forse prima dell’italiano e della matematica, perché è un insegnamento di vita vera e imprescindibile. Conoscere la storia del cibo che ti arriva nel piatto, avere sotto gli occhi la bellezza che esplode in un campo in primavera, ma anche sapere la fatica che coltivare quel campo comporta, sono indispensabili per godere in modo pieno e consapevole del cibo e per rispettarlo e di conseguenza non sciuparlo. Il che, quando si ha la fortuna come noi di averne in abbondanza, è un dovere morale nei confronti di chi questo cibo non ce l’ha.
Kika Frizzantina
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